Under Pressure...

Cina, un ragazzo di 21 anni, ex studente universitario, entra nel suo vecchio college uccide otto persone e ne ferisce diciassette.

17 Novembre 2024, a Wuxi avviene la seconda strage nel giro di sei giorni. Stavolta protagonista è un ex studente del Wuxi Vocational College of Arts and Technology, che entrando nell’edificio ha iniziato ad accoltellare chiunque gli passasse accanto. Le indagini hanno rivelato che lo studente avrebbe dovuto diplomarsi quest’anno, ma non è riuscito a superare gli esami, di conseguenza, per esprimere la sua rabbia e frustrazione avrebbe deciso di commettere questa strage.

Questo devastante e tragico episodio apre una serie di riflessioni sullo stress che può provare un individuo durante il suo percorso di formazione costantemente sottoposto a valutazioni che determineranno il suo avvenire. Ciò che è accaduto in Cina, può far riflettere anche noi qui in Italia su quanto possa essere delicato e stressante per un adolescente vivere il periodo delle verifiche a scuola: interrogazioni, compiti in classe, ma anche tutte le attività formative sia mattutine che pomeridiane rientrano in un sistema scolastico che sta diventando sempre più faticoso per gli studenti.

Dovendosi impegnare particolarmente nelle attività scolastiche, sperimentando talvolta il successo, talvolta il fallimento, molti studenti italiani si sentono sotto pressione e non riescono a ritagliarsi del tempo libero per loro stessi, per coltivare le proprie passioni, che sono quelle che ci caratterizzano come esseri umani con una buona qualità di Vita. Certamente non è comprensibile né condivisibile il gesto assurdo di ammazzare tutti intorno a noi quando incontriamo un ostacolo sul nostro percorso, è necessario invece aprirsi al dialogo: gli studenti devono essere accompagnati nella loro crescita culturale il più serenamente possibile.

 

Mariapia Barecchia 3° Classico

La forza del femminismo oggi

Il femminismo è un movimento che lotta per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne evolvendosi in diverse fasi storiche: dalla prima onda (suffragio e diritti civili) alla seconda onda (parità salariale, diritti riproduttivi), alla terza onda (intersezionalità e diversità), fino alla quarta onda (uso dei social media per sensibilizzare su temi come molestie e violenza). Le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni, che usa il termine "femminista" in modo canzonatorio, riflettono una critica al movimento, spesso visto dalla destra come radicale o divisivo. Questo tipo di retorica mira a distorcere il significato del femminismo, riducendolo a un fenomeno marginale, mentre il movimento è una lotta per la parità di diritti e opportunità per tutti, indipendentemente dal genere. Non è un attacco agli uomini, ma una sfida alle disuguaglianze strutturali della società patriarcale.

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni ridicolizzano il femminismo, sminuendo un movimento che lotta per l’uguaglianza e i diritti di tutti. Il femminismo non è contro gli uomini, ma contro le disuguaglianze strutturali ancora radicate.

 

Gianmaria Aletta 3° Scientifico

La violenza non è mai la risposta

Arcangelo Correra era diventato 18enne appena due settimane fa: il suo nome si aggiunge alla lunga lista di ragazzi ammazzati a colpi d’arma da fuoco. 

In 17 giorni, tre sono le morti di giovanissimi avvenute nel Napoletano. 

Poco prima delle 5 Arcangelo, incensurato, era con due amici tra cui un suo parente, Renato Caiafa, 19 anni, fratello minore di Luigi Caiafa, un ragazzo ucciso nel 2020 nel corso di una rapina da un poliziotto. Sembra che proprio Renato stesse maneggiando una pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto Arcangelo alla testa. A raccontare questa versione è stato lo stesso Caiafa, che si è recato spontaneamente in questura. Il fermo riguarda i reati di porto illegale d'arma e ricettazione; il giovane è indagato per omicidio colposo. La polizia dovrà ora verificare se le cose sono andate effettivamente così. Il 18enne morto lavorava nel negozio di souvenir del padre, in via dei Tribunali, proprio a pochi passi dalla sua abitazione, mentre la madre gestisce un negozio di abbigliamento.

La morte di Correra è l’ultima di una striscia nera iniziata il 24 ottobre, quando è stato ammazzato il 15enne Emanuele Tufano, nel corso di una sparatoria tra bande giovanili avvenuta nel cuore di Napoli. Una settimana dopo, un 17enne ha ucciso con un colpo di pistola al petto il 19enne Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio, nell’hinterland del capoluogo, in seguito a una lite nata da un banale pestone su una scarpa. Arcangelo, Emanuele, Santo: tutti uccisi in giovanissima età con un colpo di pistola.

Tutte queste vite spezzate, vien da chiedersi, per cosa? Quali sono i valori che muovono le mani assassine? Lo Stato deve interrogarsi su come prevenire questi episodi violenti, anziché pensare a come punire dopo che il fatto tragico si sia compiuto: deve essere presente sul territorio che manifesta disagi, coinvolgendo scuole, parrocchie, famiglie, associazioni culturali e sportive, creando tra loro sinergia.

Francesco D’Andrea 4° Scientifico

Una questione di umanità

 Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. Questa ricorrenza è dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni concrete per combattere la violenza di genere, un fenomeno diffuso che colpisce milioni di donne e ragazze in ogni angolo del pianeta.

Ogni anno, la violenza contro le donne continua a lasciare una scia di sangue e dolore. Nel 2024, in Italia, sono già oltre 90 i femminicidi registrati, tragedie che si consumano spesso tra le mura domestiche, in contesti di relazione affettiva o familiare. Più del 75% delle vittime sono state uccise da partner o ex partner, confermando il drammatico legame tra violenza e amore.

Dietro i numeri ci sono volti e storie strazianti, fra le storie più conosciute troviamo quella di Giulia Tramontano o quella di Giulia Cecchettin, ma ci sono tantissime vittime che purtroppo finiscono nel dimenticatoio ma che anche loro meritano di ricevere tutto il rispetto possibile, come quella di Serenella Mugnai, 72 anni, uccisa dal marito ottantenne nella provincia di Roma; o di Giada Zanola, 34 anni, spinta dal compagno dal cavalcavia di Vigonza, lasciando orfano un bambino di tre anni. E ancora, Manuela Petrangeli, 50 anni, uccisa a Roma a pochi passi dal suo lavoro da un ex che non accettava la separazione.

La questione della violenza sulle donne mi tocca profondamente. Ogni volta che leggo una notizia su un femminicidio, provo un misto di rabbia e impotenza: rabbia verso una società che, nonostante i progressi, non riesce a prevenire questi crimini, e impotenza nel sapere che dietro a ogni nome si nasconde una vita spezzata, una famiglia distrutta. È inconcepibile che, ancora oggi, il luogo in cui una donna dovrebbe sentirsi più sicura la sua casa si trasformi in un teatro di morte. Queste storie sono un pugno allo stomaco. Penso a Rosa, a Serenella, a Giada e a tutte le altre: sono simboli di una tragedia che va ben oltre la statistica. Sono l’emblema di un fallimento culturale, dove il possesso viene confuso con l’amore, dove la violenza è la risposta a ogni forma di rifiuto. Mi colpisce particolarmente sapere che molte vittime sono donne anziane, uccise dopo anni di vita con un partner che, a un certo punto, ha deciso di farsi carnefice. Non si può restare indifferenti. Questa violenza è il sintomo di una società ancora lontana dal rispetto e dalla parità. Credo fermamente che ognuno di noi abbia una responsabilità: educare gli altri all’empatia e al rispetto, sostenere le vittime senza giudizio, e denunciare ogni segnale di abuso.

È un impegno collettivo che va ben oltre le leggi e le politiche, è una questione di umanità.

Silvia Cava 4° Classico

SILVIO PERRELLA ospite al MAYFEST, Salesiani Caserta

In occasione dei 100 anni dalla nascita di Italo Calvino, commemorati lo scorso Ottobre (1923/2023), e per consolidare la rubrica “appuntamento con l’autore” che si svolge annualmente all’interno della rassegna culturale Mayfest, l’Istituto salesiano di Caserta ha invitato lo scrittore e critico letterario Silvio Perrella, tra i massimi conoscitori della narrativa calviniana; l’incontro è rivolto alle classi del triennio del Liceo e alle classi terze medie della nostra scuola e si svolgerà mercoledì 22 Maggio alle ore 11:00 presso il Teatro don Bosco. Autore del saggio “Calvino”, che ripercorre la vita dello scrittore dall’inizio della sua produzione letteraria fino alla sua morte (ripubblicato proprio in occasione del centenario dalla nascita), Perrella ha anche scritto diversi romanzi e poesie: la sua ultima raccolta di componimenti in versi è “Metronomo sotto i tavoli”, pubblicata dalla casa editrice il Filo di Partenope. Di qualche anno più vecchia la sua raccolta di interviste “Insperati incontri”, dialoghi immaginati o realmente vissuti con personalità della Letteratura, Musica, Arte figurativa; tra queste un’intervista allo scrittore Italo Calvino, immaginando che a fare le domande sia Ludmilla, la Lettrice in “Se una notte d’inverno un viaggiatore…”

Ed è proprio su questa lettura che verterà l’incontro con il nostro ospite: due studenti del liceo interpreteranno Calvino e Ludmilla, il loro dialogo sarà arricchito da commenti di Perrella, quasi come se si trattasse di una prova teatrale tra i due lettori che seguono le indicazioni del regista.

La produzione narrativa di Italo Calvino è assai ricca e consigliata a un pubblico di lettori eterogeneo, dall’infanzia all’età adulta, ed è forse è proprio questa la forza di questo scrittore, il suo essere genio nel dire cose complicatissime in un linguaggio semplice e cristallino.

 Giuseppe Russo 2° Classico


SAGGIO “CALVINO” di Silvio Perrella
- anni quaranta; camminare in diagonale: confronto fra Torino (città orizzontale con fiume) e San Remo (città verticale e marina); la Resistenza (Il sentiero dei nidi di ragno; ultimo viene il corvo; trittico racconti “opachi”: “andato al comando”, “la stessa cosa del sangue” e “attesa della morte in
albergo”); dalla voce naturale al falsetto che segue l’ordine geometrico dell’eleganza e chiarezza; “Il sentiero dei nidi di ragno” (1947) e analisi del protagonista Pin; citazione dal testo: Calvino è uno scrittore che non dimentica mai di essere innanzitutto un lettore”; le idee manifeste del giovane Calvino, ovvero scrittore e critico letterario - anni cinquanta; il polpo e la Medusa, i padri: i veri antenati muoiono: suicidio di Cesare Pavese, per Calvino un vero padre culturale; in questa
sezione del libro è indagato il rapporto con lo scrittore Pavese; in quegli anni curò le opere di Pavese, ma si dedicò anche alla raccolta “Fiabe italiane” dunque viene confrontata la raccolta Fiabe italiane di Calvino con il Canzoniere di Pasolini; nel ’51 muore il padre di Calvino; descrizione del
rapporto padre (agronomo) e il figlio (scrittore), rapporto con le scienze e la natura e quindi con la propria madre (botanica); compie due viaggi, uno in Russia, l’altro in America durante il quale conosce Martin Luther King.
- Anni sessanta: la fisicità di Calvino è di poco mutata rispetto alla giovinezza, mentre il suo animo si fa più complesso e inquieto; si sposa e diventa padre; impegno nell’editoria con riviste letterarie (Menabò) e pubblicazione de “Le cosmicomiche” (il protagonista è Qfwfq); scrittura come carcere da cui evadere
- Anni settanta: confronto tra la scrittura di Calvino e quella di Parise (autore di “sillabario”), entrambi intenti a creare narrazioni fuori dagli schemi; in questa sezione del libro sono analizzati i romanzi “le città invisibili” e “se una notte di inverno un viaggiatore…”, e di nuovo sono confrontate le figure di Calvino e Pasolini.
- Anni ottanta: Calvino si trasferisce a Roma; pubblicazione romanzo “Palomar” e modo di narrare ancora più descrittivo; impegno come scrittore di saggi e ultima produzione di racconti in cui è abbandonato il “falsetto”. 


Simposio latino presso l'Istituto salesiano di Caserta, ultimo incontro a maggio

A maggio si concluderà l’attività del Simposio Latino, per gli amanti della lingua latina

Il primo incontro si è svolto sabato 25 novembre nella nostra scuola, presso l’ “Auditorium Latinum” o “Biblioteca Don Semeraro” (sala dell’edificio del Liceo): il primo di una serie di incontri (alla fine del testo il calendario completo degli incontri di quest’anno scolastico), detto Simposio Latino, ispirato al simposio o convivio degli antichi romani, ossia una cena durante la quale si discuteva di vari argomenti, anche più seri; il convivio latino è ispirato a sua volta al simposio greco, dove non c’erano cibi, ma solo bevande. Questi incontri organizzati nella nostra scuola sono destinati a coloro che intendono approfondire lo studio della lingua latina, il suo uso parlato e soprattutto lasciare che il proprio cuore sia colmato dai messaggi degli antichi autori latini, saggi, sempre validi e mai anacronistici. L’incontro è stato organizzato e diretto dalla porf.ssa Grazia Pettrone, docente di Latino, Italiano e Geostoria, e dal prof. Roberto Spataro, insegnante di Latino e Greco e segretario della “Pontificia Academia Latinitatis”.

Incontro del 25 novembre:                                                                  

Hanno partecipato all’evento sia giovani alunni, sia studiosi universitari e insegnanti, tutti legati dal comune desiderio di immagazzinare messaggi pieni di saggezza. In primis Don Roberto ha accolto calorosamente tutti i partecipanti, invitandoli a seguirlo al piano superiore, dove si trova la sala dell’incontro. Gli studiosi (o appassionati, dal latino “studiosus”, che significa appunto appassionato) si sono riuniti attorno ad un tavolo e sono stati invitati dal prof a deliziarsi con caffè e biscotti, come vuole la tradizione antica. Con un sottofondo di musica sacra, tutti insieme hanno recitato varie preghiere, in seguito entrambi i docenti hanno espresso in latino una breve introduzione sugli argomenti che sarebbero stati trattati. Successivamente ognuno si è presentato in latino, dicendo il proprio nome e il suo “ruolo” nella società (studente, impiegato, docente etc.). In seguito è stata letta una lettera tratta dall’opera “Epistulae morales ad Lucilium” o “Lettere morali a Lucilio”, di Lucio Anneo Seneca, filosofo, drammaturgo e politico romano vissuto nel I sec. a.C. L’opera è una raccolta di lettere scritte da Seneca, negli ultimi anni di vita, a Lucilio Iuniore, governatore della Sicilia, nonché poeta e scrittore. Nella lettera che si è letta Seneca fa comprendere a Lucilio, ma anche a tutti noi, quanto sia importante la lettura dei libri e i messaggi che essa lascia nel cuore, e sottolinea con diversi esempi il fatto che dedicarsi a troppe attività senza soffermarsi su una in particolare (ossia leggere troppi libri o avere tanti conoscenti ma nessun amico) è inutile, poiché nulla rimane nell’anima, essendo ogni cosa svolta in maniera superficiale. “Nusquam est qui ubique est”, che significa “Non è in alcun luogo chi si trova dappertutto”, questa la frase che riassume il contenuto dell’epistola. Dopo aver letto questo passo, è stato dato a ognuno il tempo per riflettere, per scrivere una frase che più ha colpito ed elaborarne un commento in lingua latina. In conclusione tutti si sono salutati ed è stata ribadita la data del successivo appuntamento: Sabato 13 gennaio.

Perché è importante studiare il greco e il latino? Perché venire ai Symposia?

La lingua latina e lo studio di essa possono in apparenza risultare noiosi, e penso che ciò sia dovuto alla complessità della grammatica e al fatto che è indispensabile imparare declinazioni, coniugazioni, complementi a memoria. Penso che sia necessario vedere lo studio del latino (come del greco, è chiaro) come un’occasione per diventare dei cittadini liberi, ossia capaci di ragionare con la propria testa e che impediscono a chiunque di ingannarli con la parola e di manipolarli. Inoltre con la conoscenza del lessico latino e greco è possibile risalire molto più facilmente al significato di parole nuove, quindi essere in grado di comprendere discorsi con un lessico più ricercato. Inoltre, noi studiamo la grammatica greca e latina affinché comprendiamo i messaggi degli antichi autori che, come già detto in precedenza e reso evidente con il contenuto della lettera di Seneca, comunicano messaggi che sono validi sempre nel tempo, che ci aiutano a riflettere e a vivere meglio. Venire al Simposio è un occasione per entrare in contatto con persone che condividono il tuo stesso interesse, per confrontarti con loro su temi universali, e, perché no, imparare qualcosa da loro; inoltre è probabile che la tua mente si apra a nuove riflessioni e che si rafforzi la conoscenza della lingua latina senza che tu te ne accorga: sarà quindi facilitato lo studio scolastico del latino e comprenderai che  non è poi così noioso e anacronistico.

Per concludere, riporto un invito contenuto nella locandina del Symposia: “Ne timeas, Latina Lingua omnibus est amica. Venias libenter!”, ossia “Non temere, la lingua latina è amica di tutti. Vieni con piacere!”

Calendario degli incontri della seconda parte di quest’anno scolastico (2024)

-Sabato 13 gennaio

-Sabato 10 febbraio

-Sabato 9 marzo

-Sabato 11 maggio

L’orario è sempre dalle ore 11.30 alle 12.30

Alessandro De Rosa 2° Classico

Vincitori e perdenti cinematografici

Il 12 marzo si è tenuta la 96esima edizione degli Oscar, la celebrazione dove vengono premiati i migliori film di quest’anno. Si inizia subito con il botto, dato che il film Oppenheimer se ne è uscito vincitore di cinque premi Oscar, tra cui “Miglior film”, “Miglior regia “affidata a Christopher Nolan, e “Miglior attore protagonista” dato a Cillian Murphy. Il film vuole essere una ricostruzione della vita del fisico J. Robert Oppenheimer, creatore del progetto Manhattan, un esplosivo che venne ricordato da molti durante la seconda guerra mondiale. Come se non bastasse, il film “Io capitano” diretto da Matteo Garrone è stato candidato come “Miglior film in lingua straniera”, perdendo contro “La Zona Interesse”, per quanto i temi e le scene erano molto toccanti. Ma le sorprese non finiscono qui perché, proprio in opposizione alla notte degli Oscar, si sono tenuti i Razzie Awards di quest’anno, la celebrazione dove questa volta vengono premiati i peggiori film usciti quest’anno. E proprio come Oppenheimer, “Winnie the Pooh: sangue e miele” si è potuto aggiudicare cinque premi, tra cui “Peggior film”, “Peggior sceneggiatura” e “Peggior regista” andato a Rhys Frake-Waterwield, un individuo che, nonostante abbia avute ampie critiche verso il film, ha ancora intenzione di rilasciare versioni horror di personaggi appartenenti alla nostra infanzia. Questo film si è meritato pienamente questi premi visto i vari i punti, tra cui un bassissimo budget, l’affidamento ad usare un personaggio amato da tutti come un killer freddo e senza scrupoli, e le bassissime recensioni verso il film. Alla fin fine vi sono stati alti e bassi in quella notte e si spera che, col passare di un nuovo anno, nuovi film possano farci intrattenere o, almeno, farcene parlare per un bel po’.

Oskar Pasek, 5 scientifico

8 MARZO: festa delle donne

La festa delle donne si celebra oggi, 8 marzo. La festa delle donne è una ricorrenza che si celebra tutti gli anni che sta a sottolineare l’importanza della donna. L’8 marzo è identificato come giorno simbolo ed è giornata internazionale per le donne.

Com’è nata questa festa?

Tale giornata è stata istituita per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne, ma anche le discriminazioni di cui sono state e sono ancora oggetto nel mondo. La prima Giornata Nazionale della donna venne celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti per iniziativa del Partito Socialista Americano, che scelse questa data in memoria dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che, l'anno prima, avevano rivendicato con forza migliori condizioni di lavoro.

In un secondo momento questa festa venne riportata anche in Europa. sotto l'impulso dell'Internazionale Socialista, che, durante lo svolgimento del congresso di Copenaghen, decise di istituire la Giornata internazionale della donna per promuoverne i loro diritti e per sostenere la campagna in favore del suffragio universale. In quel momento, seguendo il modello statunitense, la sua celebrazione venne fissata l'ultima domenica di febbraio. Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, nel 1911, furono i Primi Paesi del vecchio continente a celebrare tale giornata.

Quando fu’ introdotta in Italia la Giornata Mondiale Delle Donne?

In Italia la prima Giornata internazionale della donna è stata festeggiata il 22 marzo 1922. Soltanto nel 1946, su proposta di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, è stata invece individuata la mimosa come suo simbolo ufficiale. 

Perché l’8 marzo?

Nel 1914 si celebrò per la prima volta la festa della donna l'8 marzo. Una scelta forse casuale, visto che si trattava di una domenica. Esattamente tre anni dopo, a San Pietroburgo, le donne protestarono per chiedere a gran voce la fine della guerra: fu quella una delle prime manifestazioni della cosiddetta "rivoluzione di febbraio" (secondo il calendario giuliano, allora in vigore in Russia, avvenne infatti il 23 febbraio), seguita quattro giorni dopo dalla caduta dello zar. Il governo provvisorio che nacque concesse alle donne il diritto di voto. Dopo la rivoluzione bolsevica, fu Vladimir Lenin a istituire l'8 marzo come festività ufficiale.

Nel corso degli anni, tuttavia, si sono diffuse alcune leggende sulla nascita della festa della donna. Tra queste, quella secondo cui sarebbe stata istituita per ricordare un incendio che uccise centinaia di operaie in una fabbrica di camicie a New York l'8 marzo 1909: incendio che, in realtà, non ci fu mai, a differenza di quello che causò 140 vittime il 25 marzo 1911. Secondo un'altra leggenda, la Giornata internazionale della donna sarebbe invece nata per ricordare la dura repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York nel 1857.

Non dobbiamo dimenticare che le donne non si festeggiano un giorno ma tutto l’anno. Nonostante le donne abbiano lottato tanto per i diritti, non siamo ancora arrivati ad una uguaglianza completa tra i due generi. In Italia più o meno siamo arrivati quasi ad una completa uguaglianza, dato che le donne ad oggi hanno molti più diritti. In altre parti del mondo invece, ancora no. Dobbiamo continuare a lottare per avere l’uguaglianza e i diritti per tutte le donne senza escludere quelle donne che purtroppo non li hanno ancora ottenuti.

Giovanna Zagaria 1° Classico

Censura a suon di manganellate

Il 23 febbraio, nei pressi dell’università di Pisa, durante una manifestazione degli studenti per supportare la Palestina, le Forze dell'ordine sono intervenuti con le maniere forti mediante uso di manganelli, fermando 4 manifestanti e ferendone uno. Questo episodio si è dimostrato essere tragico per vari aspetti, primo tra tutte è che, in alcune di queste registrazioni di protesta, alcuni poliziotti venivano presi a sorridere mentre colpivano fortemente uno studente con il manganello, come se fosse al pari di un criminale. Secondo, e probabilmente quello più importante, è che si sta notando sempre di più questa repressione d’opinione in Italia. In un momento dove la Guerra tra Israele e Palestina si fa più sentire in tutto il mondo, si deve cercare di sostenere sempre più quest’ultimo stato, soprattutto quando sono state loro ad aver subito tragicamente più attacchi terroristici. Quindi sembra quasi grottesco che la polizia, colei che rappresenta una delle parti più importanti dell’Italia, agisca in questo modo anche di fronte a ragazzi che non hanno fatto altro se non protestare solamente attraverso la parola. Le forze armate si giustificano dicendo che il motivo dietro a ciò era per una mancanza di autorizzazione per la protesta, il che è insensato e a pari disgustoso se si considera che ci sono stati recentemente gruppi di fascisti che, grazie a tale autorizzazione, hanno potuto far sentire al pubblico la loro voce senza che ci fosse alcun problema. In conclusione, si deve cercare di fare del proprio meglio per sostenere la Palestina, senza considerarlo un problema politico quanto più umanitario visto quel che sta accadendo è oltremodo indignoso.

Oskar Pasek. 5 Scientifico


Il soldato Matteo Pecoraro e la determinazione di un nipote: il docufilm “Tornare a casa”

Sabato 24 febbraio 2024 è stato presentato presso il Cinema Teatro Don Bosco di Caserta il docufilm “Tornare a casa”, realizzato dal regista casertano Bruno di Marcello e da don Nicola Pecoraro, devoto salesiano e appassionato insegnante di scienze, che con una certa semplicità riesce a trasmettere agli allievi la sua passione per questo affascinante mondo. Sul palco sono intervenuti e hanno espresso alcuni commenti e notizie sull’evento questi ed altri personaggi, quali Ugo Calabrese, nipote, come don Nicola, del soldato Matteo nonché interprete di quest’ultimo all’interno del cortometraggio, Pier Paolo Petrone, docente di storia contemporanea presso l’Università “Federico II”, che ha illustrato in maniera chiara ed accessibile a tutti il contesto storico in cui è ambientata la storia, Umberto Sorbo, autore delle musiche, Gennaro Iannotti, presidente dell’associazione Ex allievi, dalla quale è stato organizzato l’evento, Paolo Fonzi, docente di antropologia forense presso la “Federico II”; ad aprire la presentazione e a svolgere il ruolo di presentatori sono stati Don Antonio D’Angelo, direttore della casa salesiana di Caserta, e Nando Santanastaso, giornalista del mattino.

La storia

“Tornare a casa” racconta la storia di Matteo Pecoraro, zio di Don Nicola e soldato italiano dell’ottavo Reggimento Fanteria Divisione Cuneo, morto, secondo un telegramma giunto al nipote, il 14 gennaio 1941, durante la guerra fra I’esercito italiano e quello greco, nella II Guerra Mondiale. Don Nicola utilizza tutte le proprie forze per ritrovare lo zio disperso e per riportarlo a casa, affinché i parenti abbiano una tomba sulla quale portare i fiori. Il salesiano, senza mai perdersi d’animo, ricerca e studia tutto il materiale che ha a disposizione su quella guerra e alla fine si reca personalmente in Albania, a Bregu Psarit, località dell’Albania citata in quel famoso telegramma; qui discorre con la signora Hyesen Mersini, la quale gli racconta che nel suo giardino sono sepolti due militari italiani. Già dopo pochi minuti di scavi viene rinvenuto un osso, per poi ritrovare tutto il resto del corpo. Attraverso un confronto tra il DNA estratto dall’osso e quello del fratello del defunto ancora in vita (il padre di Don Nicola, Bernardino) si giunge alla conclusione che la reliquia ritrovata si tratta proprio dello zio! “Sono certo che una mano mi ha guidato dall’alto, ci sono state troppe strane coincidenze”, questo uno dei commenti di don Nicola con i quali si è conclusa la presentazione.

Quest’ uomo determinato, che senza mai scoraggiarsi di fronte agli ostacoli, grazie anche ad una profonda fede, ha raggiunto ili suo obiettivo, deve essere d’esempio per tutti noi.

Alessandro De Rosa 2° Classico

Under Pressure...

Cina, un ragazzo di 21 anni, ex studente universitario, entra nel suo vecchio college uccide otto persone e ne ferisce diciassette. 17 Nov...