Il liceo artistico Nervi Severini di Ravenna sarà la prima scuola in Italia a riconoscere il congedo mestruale alle studentesse, di fatto, non conteggerà i giorni di assenza dovuti ai crampi e i dolori mestruali rilevanti. A volerlo sono stati proprio gli studenti e le studentesse della scuola, che hanno ottenuto una modifica del regolamento d’istituto prendendo a modello il congedo mestruale oggi disciplinato in Spagna. Da lì parte la proposta dal governo, il nuovo regolamento assicurerà alle studentesse con dismenorrea di poter presentare un certificato medico all’inizio dell'anno, al fine di vedersi riconoscere fino due giorni al mese di assenze giustificate. Queste assenze, quindi, non incideranno sul conto delle ore consentite per considerare valido l’anno scolastico e ammettere le studentesse agli scrutini. È questa la proposta di Alleanza verdi e sinistra, con un testo a prima firma della deputata Elisabetta Piccolotti, sottoscritto da tutto il gruppo parlamentare alla Camera. Con una battuta Piccolotti dice che se gli uomini avessero il ciclo mestruale avremmo già da tempo questa legge perché gli uomini hanno da sempre ottenuto i loro diritti, e in fondo sappiamo tutti che ha ragione: se gli uomini avessero il ciclo, gli assorbenti sarebbero gratuiti e non si userebbe più l frase “ma hai il ciclo?”, quando una ragazza ha semplicemente avuto una giornata no. Negli ultimi anni, la nostra cultura ha visto un aumento del cosiddetto attivismo mestruale che mira a superare le discriminazioni e le false convinzioni sulle mestruazioni. Oltre alle forme di espressione pubbliche, come utilizzare la performance art come mezzo per affrontare l'argomento o parlare pubblicamente della necessità di un accesso sicuro agli assorbenti, tutti possono contribuire a porre fine allo stigma delle mestruazioni. L'azione più semplice che una persona possa intraprendere per normalizzare le mestruazioni è non discuterne in modo vago, ma parlarne apertamente, senza vergogna con amici e familiari, colleghi di lavoro, conoscenti o su scala più ampia. Se non vengono usate parole in codice o toni sommessi, le persone con cui s'interagisce si abitueranno a sentire le mestruazioni come la normale e naturale funzione biologica che è.
Silvia Cava 2° Classico