Ha provocato e provoca ancora molto dolore la notizia del naufragio a Cutro, dove, nella notte del 25 febbraio, 80 persone, tra cui bambini, hanno perso la vita in mare, poco lontano dalla costa. Mentre continuavano le ricerche dei corpi, il Consiglio dei Ministri si è riunito proprio a Cutro per emanare dei decreti antimmigrazione. L’ostilità da parte delle associazioni, che erano contro questi decreti, hanno espresso il loro dissenso con proteste lanciando dei peluche contro le auto dei ministri, perché, secondo la loro tesi, l’allarme per attivare i soccorsi è stato fatto scattare con un notevole ritardo, rispetto alla criticità dell’emergenza. La Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, dal canto suo sostiene che la tragedia è stata causata dagli scafisti, i quali a causa della loro inesperienza e incapacità di governare la barca, nel tentativo di arrivare a pochi metri dalla costa, si sono schiantati sugli scogli. Mentre sono ancora in corso le indagini per capire cosa sia successo esattamente quella fatidica notte e soprattutto perché, nonostante le segnalazioni dell’imbarcazione sia alla Guardia Costiera che all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, nessuno abbia deciso di intervenire quando l’imbarcazione era in acque più sicure, potendo così evitare la catastrofe e il numero spropositato di vittime, composto soprattutto di donne e bambini. Hanno fatto scalpore le dichiarazioni del Ministro Piantedosi, che all’inizio della vicenda aveva affermato che “chi scappa dalla guerre non deve affidarsi agli scafisti”. Purtroppo, caro Ministro, per le persone che vivono in zone dove guerre, siccità e carestie imperversano, è difficile che possano avere altre alternative di sopravvivenza se non una fuga spericolata per potersene andare verso paesi dove c’è almeno la possibilità di sperare in un futuro migliore. Non bisogna essere egoisti e pensare che gli immigranti sono solo dei pesi per i governi dei Paesi in cui sbarcano, ma bisogna considerare che questi sono degli esseri umani e il loro istinto di sopravvivenza li porta a lasciarsi dietro tutti i loro beni, le persone più care rischiando il tutto per tutto, vita compresa, per poter seguire il sogno e la speranza di una nuova esistenza, sicuramente migliore di quella che lasciano.
Gemma Carfora 4°Classico
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