Negli episodi precedenti.....


Continua la nostra rubrica "Negli episodi precedenti...." (qui la prima puntata), ovvero riassunto delle attività svolte dal nostro Istituto superiore negli ultimi due mesi:

Dicembre:

Mercoledì 7 dicembre c’è stata un’uscita in tarda mattinata/pomeriggio a Salerno, prima nel suo oratorio salesiano per la Santa messa, poi per un pranzo in pizzeria e una passeggiata sul lungomare, ovviamente accompagnati dai nostri docenti.

Dal 12 al 16 dicembre si è svolta la “fashion week”, ovvero andare a scuola vestiti secondo un tema scelto:  lunedì è stato il giorno del monocolore; martedì dell'outfi
t “il più brutto possibile”; mercoledì tutti vestiti di nero per il
 “black day”; giovedì, con tema “calcio e mondiali” (in occasione delle finali del Campionato mondiale di calcio 2022) e il nostro cortile si è tinto di magliette azzurre; infine venerdì è stato il “giorno elegante", per concludere con stile! La nostra Redazione ha condotto sondaggi su IG e il “black day” è risultato essere il giorno più apprezzato, con ben 91% di preferenza.

Sabato 17 dicembre, il nostro Istituto comprensivo (Primaria e secondaria di primo e secondo grado) è stato impegnato con l’Open Day (il nostro articolo sulla serata qui), accogliendo la cittadinanza con il concerto dell’Orchestra don Bosco, che ha così inaugurato il tour natalizio, proseguito domenica 18 dicembre a Salerno e mercoledì 21 a Somma vesuviana.

Il 2022 si è concluso con la classica tombolata e scambi di auguri in cortile, tra musica e panettoni!

Gennaio:

Andiamo direttamente alla fine del mese, per l’open day di sabato 28 gennaio (qui nostro articolo), e sempre in questo giorno (in occasione del “Giorno della Memoria” del 27 gennaio) le classi del biennio hanno fatto visita alla lapide dei sacerdoti salesiani uccisi da nazisti durante la seconda guerra mondiale: gli studenti hanno reso omaggio ai martiri dell’olocausto condividendo letture e messaggi di pace e democrazia.

Martedì 31 gennaio, come tutti i salesiani del mondo, abbiamo festeggiato don Bosco, il fondatore dell'oratorio salesiano (qui nostro articolo)

Termina qui il riassunto delle puntate precedenti, prossimo appuntamento di questa rubrica è a fine marzo, ma continua a tenerti aggiornato leggendo il blog e seguendo @lintervallosalesiano su IG!

Silvia Cava 2° Classico

41 Bis: Sì o no?

Dallo scorso 20 ottobre Alfredo Cospito, in carcere da 10 anni con l’accusa di strage contro la pubblica incolumità, ha iniziato uno sciopero della fame come protesta al regime carcerario del 41 bis, definito “carcere duro”. Questa misura, introdotta dopo la strage di Capaci, ha l’intento di isolare i capi mafiosi incarcerati, per impedire loro di avere contatti ed esercitare ancora una certa influenza, quindi dirigere organizzazioni criminali di appartenenza. Anche Cospito è lì rinchiuso, pur non essendo un capo della Malavita, e le uniche persone con cui può parlare sono proprio i capi mafiosi lì con lui. Alla notizia dello sciopero della fame di Cospito, esponenti del partito PD, in quanto membri del Parlamnto, si sono recati in carcere per verificare le condizioni di salute e contemporaneamente molte persone si sono mobilitate per opporsi a quella che viene considerata una condizione disumana e non pertinente ai reati commessi dal Cospito, primo anarchico ad essere recluso nel 41bis, senza aver commesso omicidi. I giudici sostengono che la detenzione del sovversivo è motivata dal fatto che abbia tentato  di uccidere dei carabinieri mediante una bomba, scoperta prima della deflagrazione. La richiesta del detenuto per interrompere la protesta era quella di revocare la condanna che ha spostato la sua detenzione dal carcere di Sassari, dove era già recluso da sei anni, a quello di Opera, in provincia di Milano, al regime di 41 bis, ma la scorsa settimana questa richiesta è stata respinta dal Ministero della Giustizia. L’opinione pubblica è spaccata in due: c’è chi teme il peggio riguardo la salute fisica dell’uomo e c’è chi probabilmente appoggia la protesta per poter ottenere vantaggi personali, come riduzioni della pena, anche nel caso di mafiosi, camorristi ed altri personaggi invischiati nella malavita. Un numeroso gruppo di anarchici sostiene Cospito (“anarchico” sarà la parola che nei prossimi mesi sentiremo di più dopo “immigrato”).

Lo scorso mese, in Parlamento, l’onorevole Giovanni Donzelli ha mosso accuse al partito oppositore di avere relazioni con capi mafiosi: ha divulgato, però, notizie che dovevano rimanere riservate e che invece sono state utilizzate per diffamare gli avversari politici, mentre il partito del PD ribadisce che è compito dei parlamentari visitare le carceri per constatare lo stato psicofisico dei detenuti. Certamente Cospito deve scontare la giusta pena per i crimini commessi, ma non in condizioni disumane, come sembra verificarsi nel 41 bis, e certamente questa vicenda non deve essere strumentalizzata e utilizzata per gettare fango sugli avversari, al fine di avvantaggiarsi.

Gemma Carfora 4° Classico


Il Giorno del Ricordo

Quella del 10 febbraio è una giornata assai discussa, ma nessun giorno commemorativo dovrebbe essere strumentalizzato dalle controverse politiche: come dichiarato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Giorno del Ricordo ha lo scopo di rammentarci gli orrori della seconda guerra mondiale e del suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo.

Il Giorno del Ricordo, stabilito dalla legge n.92 del 2004, è stato istituito in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano-dalmata dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, in seguito all’armistizio dell'Italia nella Seconda guerra mondiale. La data prescelta è il giorno in cui furono firmati i trattati di pace di Parigi, nel 1947, che posero idealmente fine alle violenze nel corso delle quali oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, profonde cavità naturali nella regione del Carso, tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia.

I partigiani dell’ex Juguslavia avevano come obiettivo l’eliminazione di soggetti e strutture ricollegabili al fascismo, al nazismo e al collaborazionismo, eppure non si limitarono a quello, ma condussero invece un vero e proprio massacro degli italiani e tedeschi che occupavano ancora quei territori: i condannati venivano legati l'uno all'altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi e disposti lungo gli argini delle foibe, la milizia sparava solo ad alcuni di loro, che cadevano nelle grotte portandosi dietro l'intera fila.

Questa giornata deve, perciò, ricordarci l’orrore che producono le guerre: popoli che si annientano tra loro, in modo crudele, per ideologie che dimenticano il valore delle vite umane.

Oskar Pasek, 4° scientifico

Quanto vale una vita umana?

Capiamo quanto la nostra generazione stia regredendo quando ancora nel 2023 due ragazzi hanno avuto il "coraggio" di buttare un loro coetaneo sotto un treno senza nemmeno ragionare, tutto ciò per una ragazza e per una felpa.

È questo quello che è successo il 25 gennaio del 2023, nella stazione di Seregno in provincia di Monza: ora la vittima è ricoverata in ospedale, non in gravi condizioni, dopo essere stato trascinato per alcuni metri dal convoglio in movimento.

La tragedia ha visto protagonista uno studente quindicenne nella stazione ferroviaria. Il ragazzino stava rientrando a casa da scuola con un suo amico. I due, arrivati sulla panchina della stazione davanti ai binari, sono stati accerchiati da un gruppo di coetanei che li hanno minacciati e aggrediti.

L'obiettivo del gruppetto erano una felpa indossata dal quindicenne e una ragazza di cui si è invaghito uno degli aggressori. La vittima ha opposto resistenza, il rifiuto ha scatenato prima insulti, poi uno di loro si è scagliato sull'adolescente e lo ha spinto violentemente, facendogli fare un balzo indietro, fino a farlo a finire contro un treno in movimento.

Il convoglio non è riuscito ad arrestare immediatamente la corsa e così il ragazzo è stato agganciato, forse per lo zaino o i vestiti, e trascinato per qualche metro, fino quando è caduto sotto la banchina. Solo allora il conducente del treno è riuscito a frenare, temendo il peggio. 

Ma una vita può mai essere tolta per una felpa? Ormai noi ragazzi crediamo di vivere in una canzone o in un film, perdiamo il contatto con la realtà, pensiamo di vivere in un reality, e non diamo più peso alle cose importanti ma a cose come felpe firmate e ragazze.

Le nostre vite hanno bisogno di essere rispettate, tutelate e letteralmente non buttate sotto un treno: quel povero ragazzo per fortuna o per miracolo si è salvato, ma il trauma vissuto si ripercorrerà forse nella sua mente per sempre.

Cambieranno mai le cose?

 

Silvia Cava 2° classico

Under Pressure...

Cina, un ragazzo di 21 anni, ex studente universitario, entra nel suo vecchio college uccide otto persone e ne ferisce diciassette. 17 Nov...