Dallo scorso 20 ottobre
Alfredo Cospito, in carcere da 10 anni con l’accusa di strage contro la
pubblica incolumità, ha iniziato uno sciopero della fame come protesta al regime
carcerario del 41 bis, definito “carcere duro”. Questa misura, introdotta dopo
la strage di Capaci, ha l’intento di isolare i capi mafiosi incarcerati, per
impedire loro di avere contatti ed esercitare ancora una certa influenza, quindi
dirigere organizzazioni criminali di appartenenza. Anche Cospito è lì
rinchiuso, pur non essendo un capo della Malavita, e le uniche persone con cui
può parlare sono proprio i capi mafiosi lì con lui. Alla notizia dello sciopero
della fame di Cospito, esponenti del partito PD, in quanto membri del
Parlamnto, si sono recati in carcere per verificare le condizioni di salute e contemporaneamente
molte persone si sono mobilitate per opporsi a quella che viene considerata una
condizione disumana e non pertinente ai reati commessi dal Cospito, primo
anarchico ad essere recluso nel 41bis, senza aver commesso omicidi. I giudici sostengono
che la detenzione del sovversivo è motivata dal fatto che abbia tentato di uccidere dei carabinieri mediante una bomba,
scoperta prima della deflagrazione. La richiesta del detenuto per interrompere
la protesta era quella di revocare la condanna che ha spostato la sua detenzione
dal carcere di Sassari, dove era già recluso da sei anni, a quello di Opera, in
provincia di Milano, al regime di 41 bis, ma la scorsa settimana questa richiesta
è stata respinta dal Ministero della Giustizia. L’opinione pubblica è spaccata
in due: c’è chi teme il peggio riguardo la salute fisica dell’uomo e c’è chi probabilmente
appoggia la protesta per poter ottenere vantaggi personali, come riduzioni
della pena, anche nel caso di mafiosi, camorristi ed altri personaggi
invischiati nella malavita. Un numeroso gruppo di anarchici sostiene Cospito (“anarchico”
sarà la parola che nei prossimi mesi sentiremo di più dopo “immigrato”).
Lo scorso mese, in
Parlamento, l’onorevole Giovanni Donzelli ha mosso accuse al partito oppositore
di avere relazioni con capi mafiosi: ha divulgato, però, notizie che dovevano
rimanere riservate e che invece sono state utilizzate per diffamare gli avversari
politici, mentre il partito del PD ribadisce che è compito dei parlamentari
visitare le carceri per constatare lo stato psicofisico dei detenuti. Certamente
Cospito deve scontare la giusta pena per i crimini commessi, ma non in
condizioni disumane, come sembra verificarsi nel 41 bis, e certamente questa
vicenda non deve essere strumentalizzata e utilizzata per gettare fango sugli
avversari, al fine di avvantaggiarsi.
Gemma Carfora 4°
Classico
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