Quella
del 10 febbraio è una giornata assai discussa, ma nessun giorno commemorativo
dovrebbe essere strumentalizzato dalle controverse politiche: come dichiarato dal Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, il Giorno del Ricordo ha lo scopo di rammentarci gli orrori della seconda guerra mondiale e del suo
prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo
oppressivo.
Il
Giorno del Ricordo, stabilito dalla legge n.92 del 2004, è stato istituito
in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano-dalmata dopo la
cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, in seguito all’armistizio dell'Italia
nella Seconda guerra mondiale. La data prescelta è
il giorno in cui furono firmati i trattati di pace di Parigi, nel 1947, che posero idealmente fine alle violenze nel corso delle
quali oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, profonde cavità naturali nella regione del Carso, tra il Friuli-Venezia Giulia e
le odierne Slovenia e Croazia.
I partigiani dell’ex Juguslavia avevano come
obiettivo l’eliminazione di soggetti e strutture ricollegabili al
fascismo, al nazismo e al collaborazionismo, eppure non si limitarono a quello,
ma condussero invece un vero e proprio massacro degli italiani e tedeschi che occupavano
ancora quei territori: i
condannati venivano legati l'uno all'altro con un lungo fil di ferro stretto ai
polsi e disposti lungo gli argini delle foibe, la milizia sparava solo ad
alcuni di loro, che cadevano nelle grotte portandosi dietro l'intera fila.
Questa
giornata deve, perciò, ricordarci l’orrore che producono le guerre: popoli che
si annientano tra loro, in modo crudele, per ideologie che dimenticano il
valore delle vite umane.
Oskar Pasek, 4°
scientifico
Nessun commento:
Posta un commento