Under Pressure...

Cina, un ragazzo di 21 anni, ex studente universitario, entra nel suo vecchio college uccide otto persone e ne ferisce diciassette.

17 Novembre 2024, a Wuxi avviene la seconda strage nel giro di sei giorni. Stavolta protagonista è un ex studente del Wuxi Vocational College of Arts and Technology, che entrando nell’edificio ha iniziato ad accoltellare chiunque gli passasse accanto. Le indagini hanno rivelato che lo studente avrebbe dovuto diplomarsi quest’anno, ma non è riuscito a superare gli esami, di conseguenza, per esprimere la sua rabbia e frustrazione avrebbe deciso di commettere questa strage.

Questo devastante e tragico episodio apre una serie di riflessioni sullo stress che può provare un individuo durante il suo percorso di formazione costantemente sottoposto a valutazioni che determineranno il suo avvenire. Ciò che è accaduto in Cina, può far riflettere anche noi qui in Italia su quanto possa essere delicato e stressante per un adolescente vivere il periodo delle verifiche a scuola: interrogazioni, compiti in classe, ma anche tutte le attività formative sia mattutine che pomeridiane rientrano in un sistema scolastico che sta diventando sempre più faticoso per gli studenti.

Dovendosi impegnare particolarmente nelle attività scolastiche, sperimentando talvolta il successo, talvolta il fallimento, molti studenti italiani si sentono sotto pressione e non riescono a ritagliarsi del tempo libero per loro stessi, per coltivare le proprie passioni, che sono quelle che ci caratterizzano come esseri umani con una buona qualità di Vita. Certamente non è comprensibile né condivisibile il gesto assurdo di ammazzare tutti intorno a noi quando incontriamo un ostacolo sul nostro percorso, è necessario invece aprirsi al dialogo: gli studenti devono essere accompagnati nella loro crescita culturale il più serenamente possibile.

 

Mariapia Barecchia 3° Classico

La forza del femminismo oggi

Il femminismo è un movimento che lotta per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne evolvendosi in diverse fasi storiche: dalla prima onda (suffragio e diritti civili) alla seconda onda (parità salariale, diritti riproduttivi), alla terza onda (intersezionalità e diversità), fino alla quarta onda (uso dei social media per sensibilizzare su temi come molestie e violenza). Le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni, che usa il termine "femminista" in modo canzonatorio, riflettono una critica al movimento, spesso visto dalla destra come radicale o divisivo. Questo tipo di retorica mira a distorcere il significato del femminismo, riducendolo a un fenomeno marginale, mentre il movimento è una lotta per la parità di diritti e opportunità per tutti, indipendentemente dal genere. Non è un attacco agli uomini, ma una sfida alle disuguaglianze strutturali della società patriarcale.

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni ridicolizzano il femminismo, sminuendo un movimento che lotta per l’uguaglianza e i diritti di tutti. Il femminismo non è contro gli uomini, ma contro le disuguaglianze strutturali ancora radicate.

 

Gianmaria Aletta 3° Scientifico

La violenza non è mai la risposta

Arcangelo Correra era diventato 18enne appena due settimane fa: il suo nome si aggiunge alla lunga lista di ragazzi ammazzati a colpi d’arma da fuoco. 

In 17 giorni, tre sono le morti di giovanissimi avvenute nel Napoletano. 

Poco prima delle 5 Arcangelo, incensurato, era con due amici tra cui un suo parente, Renato Caiafa, 19 anni, fratello minore di Luigi Caiafa, un ragazzo ucciso nel 2020 nel corso di una rapina da un poliziotto. Sembra che proprio Renato stesse maneggiando una pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto Arcangelo alla testa. A raccontare questa versione è stato lo stesso Caiafa, che si è recato spontaneamente in questura. Il fermo riguarda i reati di porto illegale d'arma e ricettazione; il giovane è indagato per omicidio colposo. La polizia dovrà ora verificare se le cose sono andate effettivamente così. Il 18enne morto lavorava nel negozio di souvenir del padre, in via dei Tribunali, proprio a pochi passi dalla sua abitazione, mentre la madre gestisce un negozio di abbigliamento.

La morte di Correra è l’ultima di una striscia nera iniziata il 24 ottobre, quando è stato ammazzato il 15enne Emanuele Tufano, nel corso di una sparatoria tra bande giovanili avvenuta nel cuore di Napoli. Una settimana dopo, un 17enne ha ucciso con un colpo di pistola al petto il 19enne Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio, nell’hinterland del capoluogo, in seguito a una lite nata da un banale pestone su una scarpa. Arcangelo, Emanuele, Santo: tutti uccisi in giovanissima età con un colpo di pistola.

Tutte queste vite spezzate, vien da chiedersi, per cosa? Quali sono i valori che muovono le mani assassine? Lo Stato deve interrogarsi su come prevenire questi episodi violenti, anziché pensare a come punire dopo che il fatto tragico si sia compiuto: deve essere presente sul territorio che manifesta disagi, coinvolgendo scuole, parrocchie, famiglie, associazioni culturali e sportive, creando tra loro sinergia.

Francesco D’Andrea 4° Scientifico

Una questione di umanità

 Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. Questa ricorrenza è dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni concrete per combattere la violenza di genere, un fenomeno diffuso che colpisce milioni di donne e ragazze in ogni angolo del pianeta.

Ogni anno, la violenza contro le donne continua a lasciare una scia di sangue e dolore. Nel 2024, in Italia, sono già oltre 90 i femminicidi registrati, tragedie che si consumano spesso tra le mura domestiche, in contesti di relazione affettiva o familiare. Più del 75% delle vittime sono state uccise da partner o ex partner, confermando il drammatico legame tra violenza e amore.

Dietro i numeri ci sono volti e storie strazianti, fra le storie più conosciute troviamo quella di Giulia Tramontano o quella di Giulia Cecchettin, ma ci sono tantissime vittime che purtroppo finiscono nel dimenticatoio ma che anche loro meritano di ricevere tutto il rispetto possibile, come quella di Serenella Mugnai, 72 anni, uccisa dal marito ottantenne nella provincia di Roma; o di Giada Zanola, 34 anni, spinta dal compagno dal cavalcavia di Vigonza, lasciando orfano un bambino di tre anni. E ancora, Manuela Petrangeli, 50 anni, uccisa a Roma a pochi passi dal suo lavoro da un ex che non accettava la separazione.

La questione della violenza sulle donne mi tocca profondamente. Ogni volta che leggo una notizia su un femminicidio, provo un misto di rabbia e impotenza: rabbia verso una società che, nonostante i progressi, non riesce a prevenire questi crimini, e impotenza nel sapere che dietro a ogni nome si nasconde una vita spezzata, una famiglia distrutta. È inconcepibile che, ancora oggi, il luogo in cui una donna dovrebbe sentirsi più sicura la sua casa si trasformi in un teatro di morte. Queste storie sono un pugno allo stomaco. Penso a Rosa, a Serenella, a Giada e a tutte le altre: sono simboli di una tragedia che va ben oltre la statistica. Sono l’emblema di un fallimento culturale, dove il possesso viene confuso con l’amore, dove la violenza è la risposta a ogni forma di rifiuto. Mi colpisce particolarmente sapere che molte vittime sono donne anziane, uccise dopo anni di vita con un partner che, a un certo punto, ha deciso di farsi carnefice. Non si può restare indifferenti. Questa violenza è il sintomo di una società ancora lontana dal rispetto e dalla parità. Credo fermamente che ognuno di noi abbia una responsabilità: educare gli altri all’empatia e al rispetto, sostenere le vittime senza giudizio, e denunciare ogni segnale di abuso.

È un impegno collettivo che va ben oltre le leggi e le politiche, è una questione di umanità.

Silvia Cava 4° Classico

Under Pressure...

Cina, un ragazzo di 21 anni, ex studente universitario, entra nel suo vecchio college uccide otto persone e ne ferisce diciassette. 17 Nov...