Lo scorso 27 ottobre si è
svolta la consueta gita delle castagne, giornata molto importante per i
Salesiani perché ricorda il miracolo compiuto da Don Bosco: per il giorno della
commemorazione dei morti, aveva promesso ai suoi ragazzi che avrebbero ricevuto
una manciata di castagne ciascuno, al rientro dal Camposanto, ma Mamma
Margherita ne aveva messo a bollire soltanto tre sacchi perché pensava
servissero solo per premiare o divertire i giovani. Giuseppe Buzzetti, che
aveva preceduto i compagni nel ritorno si lamentò con mamma Margherita perché
non c’ erano abbastanza castagne per tutti, ma ormai il danno era fatto, e non
si poteva rimediar subito. Nel frattempo i giovani giungevano alla porta della
cappella, aspettando che Don Bosco cominciasse la distribuzione. Buzzetti versò
alcune castagne in un cesto, e Don Bosco iniziò a riempire i berretti che i
ragazzi sporgevano, di castagne. Buzzetti, vedendo che ne dava troppe, gli
chiese di diminuire le porzioni, ma don Bosco disse che le avrebbe versate
finché non sarebbero finite, i ragazzi erano circa 650, e la felicità nei
prossimi a ricevere le castagne quasi scompariva, dato che il cesto era quasi
vuoto. Alla fine della giornata quasi tutti le ebbero, e quando Buzzetti
riportò il cesto a Mamma Margherita ne avanzava ancora una porzione. Quando
l’ultimo ebbe la sua parte, i ragazzi si affrettarono a urlare: “Don Bosco è un
santo!”. In memoria di questo fatto Don Bosco volle che ogni anno la sera di
Ognissanti si distribuissero le castagne.
Come si è svolta la
castagnata? Per noi studenti di terza media, siamo partiti poco prima delle
9:00 per recarci a Salerno, città di cui si può riconoscere la sua bellezza attraversando la Villa Comunale, Via
Luigi Einaudi, Rione Fornelle, Via dei Mercanti, Via delle Botteghelle e vicolo
Casavecchia, la sua via più stretta, e si può rilevare una somiglianza con
Napoli. Dopo la passeggiata turistica per la città, abbiamo visitato il Museo
Archeologico, che raccoglie i reperti archeologici provenienti dalla provincia
di Salerno e dalla città stessa. Cominciando la visita, nella parte superiore
del museo, si vedono statuette di terracotta, e elementi architettonici, di
terracotta, usate per decorare templi e edifici. Oltre alle opere d’ arte si
possono vedere elementi che aiutano a capire come si creavano gli attrezzi.
Entrati in un ambiente più piccolo si vede l’oggetto più importante del museo:
la Testa di Apollo, busto che raffigura il Dio Apollo, e che rappresenta tutti
i musei archeologici della provincia di Salerno. La visita è terminata con
l’osservazione di alcuni gioielli, elementi per la sepoltura, e vasi per
esportazione, distribuzione e per rituali. Uscendo, si passa per il Castel
Terra Cena e si entra nella Cattedrale di Salerno, dedicata a San Matteo, Santa
Maria degli Angeli, e San Gregorio VII. All’ esterno della cattedrale sono
presenti colonne di origine romane, tombe e sarcofagi romani, e un campanile
alto 54 metri. La costruzione della Cattedrale è iniziata nel 1077 e finita nel
1085. All’ interno si può vedere una cappella dedicata a Giovanni da Procida, e
le spoglie di San Gregorio VII, unico papa sepolto fuori le mura pontificie.
Nella zona più nascosta della chiesa, la cripta, è raffigurata la vita pubblica
di Gesù al contrario del solito, la cripta è stata la prima zona costruita in
questa chiesa, poiché non è sotterranea, ma è “piano terra”. In questa cripta,
oltre al pavimento, anche le pareti sono di marmo, l’abside è dedicato ai santi
martiri salernitani. Al centro è presente una statua a doppia faccia di San
Matteo, e sotto di essa l’urna con le spoglie. Alle 13:55 si arriva ai
Salesiani di Salerno, dove abbiamo mangiato e giocato. Alle 16:20 ci siamo
riuniti nel PalaDonBosco, dove don Giuseppe Spicciariello ha raccontato il
miracolo delle castagne, dopo quel momento ci sono state consegnate le castagne
per rivivere il momento straordinario, e alle 16:40 siamo saliti sull’ autobus
che ci ha riportato a scuola. La giornata è stata ricca di attività culturali e
ludiche: un bellissimo modo di fare scuola.
Federico Iaselli,
terza media
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