Il 27 gennaio è il “giorno della Memoria”, ovvero il giorno in cui nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, ed è stato necessario istituire questa giornata affinché l’orrore delle leggi razziali e dello sterminio in campi di concentramento non succeda più, perché ciò che è avvenuto può risuccedere, proprio perché già accaduto.
La Shoah è stato
uno degli eventi più brutti della Storia, avvenuto meno di 100 anni fa e che ha
significato la morte di 6 milioni di persone che professavano la religione
giudaica: il termine “Shoah”, già presente nella Bibbia, significa “distruzione
totale” ed è sembrata la parola più adatta per descrivere lo sterminio operato dai
nazisti nei confronti della popolazione ebraica, ma anche di disabili, omosessuali e nemici politici del
partito nazista. La Germania hitleriana accusava gli ebrei di essere i
responsabili della crisi economica degli anni ‘30, e iniziò una propaganda
antisemita, insistendo sulla superiorità della razza ariana e sull’inferiorità
degli ebrei.
Milioni di persone furono deportate nei campi di concentramento e
obbligate ai lavori forzati, per poi ucciderle nelle camere a gas e
carbonizzare i loro corpi nei forni. Anche l’Italia si macchiò di questi
delitti, dal momento in cui Mussolini decise di emanare le leggi razziali: tra
quelle persone mandate a morire c’era anche una ragazzina che riuscì a
sopravvivere e che ora siede nel nostro Parlamento italiano, come Senatrice a
vita, Liliana Segre. Vittima della follia hitleriana e degli orrori del campo
di concentramento di Auschwitz, per anni Segre ha portato la sua testimonianza
nelle scuole, insistendo sull’importanza del “Giorno della Memoria”
calendarizzato e istituzionalizzato, perché un domani non ci saranno più quei
sopravvissuti a raccontare una tra le pagine più orribili della storia
dell’umanità, e ricordare è necessario, dobbiamo saper riconoscere ciò che
minaccia la democrazia e la libertà di ogni individuo.
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